Appena prima di Lucca 2011, Sbam!Comics ha avuto modo di incontrare Angelo Stano, disegnatore della Bonelli e copertinista di Dylan Dog.
Proprio i 25 anni dell’indagatore dell’incubo sono il giusto pretesto per chiacchierare con chi disegnò la prima di una lunga serie di uscite che ha portato al successo il personaggio di Tiziano Sclavi. Un viaggio nel passato, per ricordare come è nato uno dei personaggi che hanno fatto la storia del fumetto italiano, approfittando anche della bellissima mostra dedicata a Dylan organizzata da Wow Spazio Fumetto a Milano (nella foto a lato, una delle tavole originali di Stano visibili nell’esposizione). Ma anche uno sguardo sul futuro del fumetto in generale, inteso come forma di comunicazione.

Troverete l’intervista integrale sul numero “zero” di Sbam!Comics – in uscita nei prossimi giorni. Anticipiamo qui due risposte che  toccano da molto vicino una rivista digitale come la nostra, relative all’evoluzione del fumetto dalla tradizionale carta ai nuovi supporti elettronici.

Angelo, cosa pensi del fumetto in digitale?
Penso sia una possibilità in più per offrire al fumetto un media nuovo, peculiare per le sue caratteristiche: pur essendo il comics una tecnica che si basa sulla lettura delle immagini in sequenza, ora è possibile avere ulteriori sviluppi del mezzo (senza  arrivare all’animazione, che è comunque un’altra cosa). Ho visto molti esempi interessanti: da quelli dove il fumetto si vede vignetta per vignetta in modo tradizionale, a quelli dinamici dove il testo si inserisce successivamente nella vignetta o le nuvolette compaiono con tempi prestabiliti; poi la possibilità di zoommata o l’effetto sonoro sull’onomatopea. E poi niente vieta di pubblicare un fumetto sia nella versione cartacea che in una appositamente concepita per i nuovi tablet. Non ho nessuna prevenzione, anzi!, mi piacerebbe che anche la Bonelli, contraria a questi mezzi di diffusione del fumetto, prima o poi si decida a ripubblicare vecchie storie – non più editabili per l’edicola – in digitale e a un costo inferiore per il pubblico. Sarebbe un ottimo sistema per sondare il terreno di queste nuove tecniche di diffusione.

Esiste il rischio che il fumetto classico scompaia?
Le forme di intrattenimento cambiano e si trasformano a seconda delle esigenze. Quando andavo alla scuola elementare c’era il teatro dei pupi, era bellissimo da vedere ma oggi ha perso di interesse. Lo stesso si può dire del circo, una volta  molto diffuso e che oggi sta sparendo. Nel nostro caso nascono nuove forme di diffusione, ma il mezzo rimane lo stesso. Il fumetto cartaceo può diventare un prodotto più di nicchia, ma il fascino della carta rimane. E’ come per la pittura: esiste quella digitale, ma i quadri non sono scomparsi.

(L’intervista integrale su Sbam! Comics numero “zero”)
03/11/2011