“Non so chi sono, né chi ero o chi sono stato. So solo che da tempo sono morto. Da troppo tempo giaccio in questo triste luogo dove il silenzio viene continuamente rotto da singhiozzi e pianti. Dasussurri, grida e risate isteriche“.
Così la voce fuori-campo di Peg, il protagonista, apre il primo numero de Il Morto, nuova serie di “nero a fumetti” diffusa dal maggio 2010 da Menhir Edizioni.La storia di un uomo senza memoria del suo passato e senza identità, solo uno strano nome con cui viene chiamato da tutti, Peg. È rinchiuso in un ospedale psichiatrico, sottoposto ad elettroshock, circondato da veri psicopatici. Finché finalmente la notte di Halloween riesce a fuggire, vestito con un costume scheletrico che ruba al primario della clinica. Da qui comincia la sua ricerca della verità: chi è Peg, da dove viene, e soprattutto chi l’ha fatto internare e torturare?
Opera di Ruvo Giovacca ed Ermete Librato, oggi è in edicola il numero 5, “La befana vien di notte” e si può tirare un primo bilancio della coraggiosa iniziativa editoriale di Paolo Telloli, una vita nel fumetto e storico editore di Ink, rivista di recensioni, interviste e critica fumettistica, da 18 anni sul mercato e oggi diffuso trimestralmente nelle fumetterie.
Proprio Ink è stato la culla di questo personaggio “nero”: nel giugno 2004 uscì infatti un numero dedicato al fumetto nero italiano che – tra varie interviste ad autori come Frank Verola, Luigi Corteggi, Ilario Ranucci, Dino Leonetti, e recensioni e articoli storici sui vari Diabolik, Kriminal, Satanik, Fantax, Demoniak, Spettrus… – presentava un primo breve episodio de Il Morto. Il gradimento suscitato dal personaggio ha portato l’editore a proporne prima altri episodi su numeri successivi di Ink, poi a dedicargli una testata propria in edicola, sia pure distribuita solo nel nord Italia.
Un’operazione molto “vintage”, con albi che anche nella grafica e nel disegno ricordano i classici “giornaletti” degli anni Sessanta e Settanta.
La redazione di Sbam! ha incontrato Paolo Telloli al recente Superfumettopoli di Assago (Mi) e si è fatto raccontare la sua iniziativa: le difficoltà di un piccolo editore con la distribuzione in edicola e le origini del progetto, con la ricerca di uno staff di disegnatori all’altezza. “Se ne sono presentati parecchi”, ha ricordato Telloli, “ma pochi erano adatti al progetto. Spesso i giovani disegnatori sono molto influenzati dai manga e prediligono uno stile più umoristico, poco adatto alle nostre atmosfere noir. Inoltre, molti di loro hanno poca cura per i dettagli: gli sfondi, le automobili, spesso sono troppo abbozzati”. Problemi anche con la critica, che ha spesso attaccato Il Morto parlando di copiatura di personaggi storici come Kriminal o Diabolik. “In realtà”, aggiunge Telloli, “la vicenda è completamente diversa, e anche la tuta scheletrica è un classico del genere, molto precedente Kriminal: basti ricordare Fantax o Killing, mentre il simbolo del teschio risale addirittura all’Uomo Mascherato!”.
Anche Astorina, casa editrice di Diabolik, ha apprezzato l’iniziativa: “Ha riportato l’attenzione dei media su un genere ormai desueto come il nero italiano – conclude Telloli – e Il Morto ha anche il merito di avvicinare a questi fumetti il pubblico giovane. Di tutto questo non può che godere anche Diabolik”.