Il fumetto, un’avventura lunga come la storia: si intitolava così il primissimo capitolo del mitico Manuale dei Fumetti (vedi). Senza risalire alla notte dei tempi (la Colonna Traiana, i filatteri medievali, ecc…) come facevano i volumi di storia del fumetto tradizionali, è bello ricordare come si stampassero i fumetti anche solo fino a 40-50 anni fa…
Sbam! Comics – come voi Sbam-fans ben sapete – è una rivista digitale, sistema che al momento è l’ultimo livello di diffusione dell’editoria di qualunque tipo. Quella che consente di arrivare con la tua idea, il tuo prodotto, il tuo lavoro, fino all’altro capo del pianeta in un solo istante. Meravigliosamente impensabile fino a tempi recentissimi!
Ma… qualche giorno fa sono stato in una piccola tipografia tradizionale e ho visto un cliché. Un piccolo blocco di piombo, con incollata sopra una lastra con l’immagine in rilievo…
Non ho “fatto in tempo” a lavorare con il piombo, ma ai miei esordi professionali di grafico editoriale, a metà degli anni Ottanta, la piombocomposizine (o tipocomposizione che dir si voglia) era ancora una tecnica abbastanza diffusa e ho potuto “assaggiarla”. Incredibili le pagine pronte per la stampa. Forme di piombo pesantissime, costruite a mano con pazienza certosina: il testo composto a mano, carattere per carattere, o tramite la mitica Linotype, prodigio della tecnologia per la composizione. I titoli con le piombotitolatrici (come la Nebitype) o con i famosi caratteri di scatola, molto grandi quindi fatti di legno per alleggerire il blocco. Le immagini su cliché. Ogni elemento era di una struttura precisissima e di una dimensione perfettamente definita: tutti con la stessa altezza, precisa al centesimo di millimetro, tutti bloccati tra loro perché nulla deve muoversi durante la stampa, quando la carta preme sulla forma con una pressione di 50 chili per centimetro quadrato! Anche i fumetti sono stati stampati così per decenni.
Poi è cominciata l’era elettronica, la fotocomposizione con i sistemi dedicati, la pellicola, la camera oscura, il fotoritocco… La stampa è migliorata nella qualità finale. E poi ancora ecco l’elettronica di oggi, l’informatica di massa, i software di disegno e fotoritocco: il fumetto – e tutta l’editoria – è sempre più virtuale, nasce su un monitor e vive su un monitor. Come Sbam!
Forse è finita un’epoca. Sicuramente la stampa non è più l’unico sistema di diffusione dell’editoria. La composizione a mano a caratteri mobili e il torchio a manovella sono ormai pura arte, arte come il “nostro” fumetto. Ma – parlando da editori – è doveroso ricordare i nostri “avi professionali”: senza di loro non avremmo mai potuto godere del nostro media preferito! Ecco perché ci concediamo questa piccola divagazione nostalgico-artistica…
(Antonio Marangi)