Mario Gomboli – Massimo Mattioli, Lo zoo pazzo, Fabbri Editori, serie I Delfini, 1996

Quando due mostri sacri del fumetto si incontrano per dar vita a qualcosa che non ti aspetteresti! È questo più o meno che è accaduto per Lo zoo pazzo: una serie di vignette con protagonisti gli animali su cui si pone al lettore ogni genere di domanda, con un taglio adatto anche ai giovanissimi. Il tutto ad opera nientemeno che dello sceneggiatore storico di Diabolik e del disegnatore di Pinky e Squeak the Mouse.
Questo volume, pubblicato in più edizioni successive da Fabbri, proponeva una raccolta delle migliori di queste vignette. Vignette dalla storia editoriale anche complicata, come ben spiega l’introduzione allo stesso volume (a firma Antonio Faeti): nacquero nel 1967 come “riempitivo” nelle pagine finali degli albi di Diabolik. Le scriveva e disegnava lo stesso Mario Gomboli. Piacquero moltissimo alle sorelle Giussani, ma piacquero anche al settimanale parigino Pif Gadget che le volle sulle proprie pagine… purché disegnate da un “vero” disegnatore. Ed è qui che entrò in ballo Massimo Mattioli.
Nel 74 Bompiani le raccolse in volumi per l’Italia con il titolo di Animalìe: in seguito però, Alfredo Castelli (a proposito di mostri sacri…) le propose al Corriere dei Ragazzi cambiando loro il titolo in Lo zoo pazzo. Un gran successo, che le portò – tradotte in inglese, tedesco e spagnolo – in giro per tutta Europa, e a vincere il premio del 52° Salone dell’Umorismo di Bordighera!
C’è un mistero che avvolge tutti gli animali” scrive Faeti nell’introduzione, “anche quelli più vicini a noi e meglio conosciuti, sappiamo che sono di là, dietro lo specchio, come le creature del mondo di Alice. Così ridere di loro, come si fa qui, con tanta finezza, con tanta eleganza, con tanta freschezza, vuol poi dire anche, in un certo senso, entrare un po’ meglio nel loro mondo”.

(09/08/2012)