Una realtà editoriale piccola ma dinamica e propositiva, che è riuscita a dare risalto a molti giovani autori (tra cui Michela Cacciatore ed Elena Mirulla), tenendo un occhio sul mondo del collezionismo. Propone infatti un periodico a fumetti come Cronaca di Topolinia, ormai ben noto tra gli appassionati e nato come rivista dell’associazione Gli Amici del Fumetto, svariate graphic novel (Cronaca Comics), guide per il collezionismo, volumi monografici (tra cui Sexy Tales, Gabbia dorata, Eternopolis, Than Dai, Avalonia, Vampire’s Tears e altri) e i volumi della serie Gli Albi di Cronaca di Topolinia che raccolgono grandi classici, da vari personaggi Bonelli a Diabolik, da Martin Hel a Pepito El Drito e Topolino. Abbiamo incontrato Salvatore Taormina, fondatore e direttore di questa Casa editrice, che è pure molto attiva nelle fiere di settore.

Quando e come è nato Cronaca di Topolinia? Quale era l’idea alla base del progetto?
Era il 1989 (nel 2014 quindi festeggeremo degnamente i 25 anni!), e nel frattempo ne sono successe di cose… Si partì con quattro fogli (mal fotocopiati) in croce e tanta voglia di fare, in particolar modo di parlare di collezionismo, dando delle indicazioni di prezzi e rarità…

Cronaca di Topolinia è presente a molte fiere del fumetto. Oltre che da un punto di vista commerciale, quanto sono importanti questi momenti d’incontro con i lettori?
Sono bei momenti, anche se faticosissimi. Devo ringraziare la disponibilità degli autori, che fanno sempre più di quanto loro compete, ma questo ha creato un rapporto speciale tra loro e il pubblico.

Il vostro catalogo è ampio e variegato. C’è un genere tra quelli da voi toccati che oggi va per la maggiore?
Sicuramente quello delle parodie; il genere umoristico in genere è quello che attira il pubblico, specialmente di questi tempi bui e grami.

Una delle vostre pubblicazioni si intitola Guida pratica al collezionismo. Quanto è sviluppato il fenomeno del collezionismo in Italia? Che consigli pratici si possono dare agli aspiranti collezionisti?
Ci sono migliaia di collezionisti in Italia, le guide danno indicazioni di massima sui prezzi e precise indicazioni sulla rarità dei vari albi, oltre che su eventuali falsi in circolazione, resi di magazzino ecc. Sono fondamentali per chiunque voglia inoltrarsi in questo difficile mercato.

Da persone che hanno a che fare con il mondo del fumetto a 360°, non possiamo non chiedervi un’opinione sulla situazione attuale del fumetto italiano…
Molto brutta, la concorrenza internazionale è spietata, se non si fanno prodotti di altissima qualità non si ha speranza di poter competere (e forse questo è proprio un sogno…); questo taglia e taglierà sempre di più le gambe ai giovani, che troveranno sempre spazi minori per esordire… e poi c’è chi parla solo di diritti e mai di doveri e così non li si aiuta di certo…

Quali sono le maggiori difficoltà che un “piccolo” editore deve affrontare?
La distribuzione, la visibilità, etc, etc… Poi si può parlare di rientro dei costi, ma la cosa peggiore resta l’ottusità e la restrizione mentale di molti di coloro che gestiscono le mostre mercato, quasi mai disposti a investire per un futuro continuativo, e che vedranno ben presto il deserto da parte di clienti ed espositori. Purtroppo non c’è imprenditoria manageriale in questo campo, almeno nel campo organizzativo, ognuno guarda il suo piccolo orticello e non guarda a un futuro che non sia quello prossimo.

Per voi lavorano molti autori (disegnatori, sceneggiatori) giovani. C’è qualche nome che è da tenere particolarmente sott’occhio?
Elena Mirulla e Michela Cacciatore sono qualcosa di più di una futura promessa… sono il presente e di altissima qualità.

Quale suggerimento vi sentireste di dare a uno sceneggiatore o un disegnatore che volesse iniziare una carriera da professionista nel mondo del fumetto?
Purtroppo sono quasi tutti mal consigliati. La parola d’ordine è “gavetta”, il che vuol dire spirito di sacrificio e disponibilità a 360 gradi, ma queste sono parole che un’intera generazione non vuole sentire. Figuriamoci se lo fa chi si crede un “autore” con la A maiuscola dopo la prima pubblicazione o solo perché sa un po’ disegnare o scrivere in maniera abbastanza corretta. Autori veri lo si diventa dopo almeno un decennio di pubblicazione ad alti livelli, ma questa è un’altra storia…

(Sergio Brambilla)