sbam_laura-scarpaLaura Scarpa, autrice, giornalista, illustratrice, saggista, insegnante. Una vita nel fumetto, impegnata anche a lanciare tanti esordienti. Incontrarla è stata un’ottima occasione per conoscere meglio il suo lavoro e per fare una panoramica sulla situazione del fumetto italiano di oggi, approfittando del suo punto di osservazione. L’intervista che segue è uno stralcio di quella che potete trovare sul nr. 11 di Sbam! Comics, la nostra rivista digitale scaricabile gratuitamente da qui.

Per cominciare, raccontaci la tua carriera, facci conoscere meglio la poliedrica attività di Laura Scarpa…
Ho cominciato pubblicando attorno ai 20 anni, quindi un sacco di anni fa, sigh!, su Linus con due storie. Poi alla terza mi hanno bloccato perché non erano piaciute… Intanto però stavo lavorando con L’Isola Trovata a Venturina Veneziana, poi sono arrivati Alter e Orient Express. Era l’epoca delle “grandi riviste”, che però è finita presto. Ecco perché per un po’ mi sono dedicata all’illustrazione per bambini e ho lavorato anche per il Corriere dei Piccoli, come autrice e come redattrice. Così ho ampliato il mio raggio d’azione e ho lavorato molto nelle redazioni, come quella di Lupo Alberto Magazine.
In più facevo l’insegnante alla Scuola del
Fumetto di Milano. Come autrice sono invece arrivata a Snoopy e a Ragazza In, per cui disegnavo Martina, ma negli ultimi anni la mia attività è sempre stata più quella della giornalista che dell’autrice. Ecco perché ho lanciato il mio blog, Caffè a colazione, dove propongo quasi ogni giorno un disegno accorgendomi che anche a 50 anni si può cambiare ed evolvere il proprio segno. La mia ultima creatura è quella dei corsi on line, organizzati dall’associazione culturale Comic Out, con cui siamo ormai arrivati al terzo anno e stanno andando molto bene.

Come vedi adesso la situazione del fumetto? È vero che siamo in un momento di grande creatività ma drammatico dal punto di vista commerciale?
Purtroppo, commercialmente parlando, è un disastro quasi per tutto, anche se l’editoria si era un po’ portata avanti con la crisi… Chiaro che in una situazione generale di questo genere, il fumetto non può essere un’isola felice. Però non è la prima volta che succede: dopo gli anni positivi tra i Settanta e gli Ottanta, gli anni Novanta sono stati invece di grande discesa, per colpa degli editori ma certo anche degli autori, che hanno vissuto una fase “ombelicale”, guardandosi tra loro e trascurando la comunicazione. Negli ultimi anni invece assistiamo a una superproduzione: editori come Panini o più recentemente RW, per compensare il calo di vendite hanno aumentato la quantità di titoli, un po’ nella speranza di trovare quello che sfonda, un po’ per muovere più materiale e più soldi contando sul fatto che ci sia una compensazione tra un prodotto e l’altro.

sbam_disegno_laura_scarpaE come valuti questo fenomeno?
Lo trovo molto pericoloso. Rischia di intasare il mercato ed è rischiosa per i singoli editori se non hanno le spalle adeguatamente coperte. Va anche considerato che siamo in un momento di passaggio, quello tra carta e digitale. Anche noi proponiamo da un po’ di tempo Scuola di Fumetto in versione elettronica, permettendo di abbonarsi al pdf. Io seguo diverse pubblicazioni internazionali di questo genere, ad esempio seguo con molto interessante Aces Weekly, il magazine digitale creato da David Lloyd. Però come dicevo siamo ancora nel mezzo del passaggio, e il digitale non ha certo ancora sfondato.

Ecco, per noi di Sbam! questo è un discorso molto importante…
Il digitale è certo un fatto positivo, riduce alcune spese e permette una diffusione molto più ampia. Per esempio, noi con Scuola di Fumetto vogliamo arrivare alle piattaforme più importanti, scavalcando i costi di spedizione: scatola, imballaggio, fila in posta, invio… Purtroppo col digitale è ancora molto difficile guadagnare. E visto che per altro è difficile guadagnare anche con la carta, forse il doppio binario è l’unica soluzione, almeno per ora. Il futuro lo stiamo aspettando, io vedo un digitale che diventerà preponderante sulla carta, anche se temo un grave pericolo.

Quale?
L’evoluzione tecnologica rapidissima che rende obsoleto il mezzo. Se io compro un libro, potrò rileggerlo anche dopo mezzo secolo. Viceversa, dopo pochi anni, che facciamo con le cataste di dvd che ognuno di noi ha in casa? Questo è il vero pericolo. Che sarà dei vari e-reader che adesso vanno per la maggiore?

Ma tornando al fenomeno-fumetto nel suo insieme: le grandi riviste contenitore non sono più state sostituite da nulla, e più in generale, l’ultimo grande fenomeno fumettistico in Italia è stato Dylan Dog…
Come dicevo prima, è colpa degli editori ma anche degli autori. Non sono più stati studiati prodotti di livello artistico ma dal taglio più commerciale, come appunto Dylan Dog. Oggi è più facile assistere all’esplosione dell’autore che del personaggio, pensiamo a Makkox, Recchioni o Zerocalcare. Autori che, non a caso, sono anche ottimi comunicatori. Nel giovane autore purtroppo vedo poca voglia di far fatica, spesso partono convinti che la loro “prima” sia già buona, perché “sono bravo”. Come dice Tito Faraci, viva i bravi editor, quelli che sono capaci di scoprire l’autore, di accompagnarlo, di consigliarlo nella sua crescita. Io, mi permetto di farlo notare, con Animals ho “scoperto” Makkox ma anche tanti altri. E in questo sono aiutata dal mio ruolo di autore-editore: la mia esperienza autoriale mi permette di comunicare meglio al giovane collega il mio suggerimento, il mio ruolo di editore mi obbliga ad avere comunque un occhio al mercato, anche ai generi che non mi sono congeniali.

(Antonio Marangi • 26/10/2013)