Primo giorno dell’ultima Lucca Comics & Games, ora dell’aperitivo: due mostri sacri del fumetto italiano come Ivo Milazzo e Giancarlo Berardi, durante un’improvvisata anteprima della conferenza stampa, hanno risposto a qualche domanda sull’attesissimo ritorno in edicola e libreria, dopo 15 anni, di Ken Parker. Una ristampa completa della saga e, nel 2015, la pubblicazione di una storia nuova, che avrà per protagonista un Ken Parker trasformato dalla prigionia che concluse la storica serie nel 1998. Il tutto a opera di Mondadori Comics. Ecco un breve resoconto dell’incontro.
Quali cambiamenti deve subire Ken Parker per poterlo adattare alla realtà dei giorni nostri?
Milazzo: Ken Parker è sulla breccia da 40 anni, e il pubblico è sempre stato disponibile ad accettarlo anche a distanza di tempo. È un personaggio trasversale, che tratta argomenti comuni a tutte le generazioni. Ha in sé una freschezza che lo rende un “sempre verde”.
Berardi: Un’opera classica riesce a parlare della propria epoca restando valida anche in quelle successive. Ken Parker nasce dopo il ‘68, un periodo che riguarda la mia vita e le mie utopie, oltre che la delusione per non essere riusciti a cambiare il mondo. I ragazzi oggi hanno ancora più bisogno di utopie per togliersi dal pantano della società, da una realtà che offre loro poco.
Quale sarà la veste editoriale del nuovo progetto?
Milazzo: Ancora non lo sappiamo, sarà una sorpresa. Dobbiamo concertare alcuni dettagli con l’editore, ma dovete avere fiducia in noi, perché vogliamo che sia un prodotto che soddisfi le vostre e le nostre aspettative. Vogliamo darvi quel prodotto che è sempre stato nelle nostre intenzioni e che poi per qualche motivo non siamo mai riusciti ad avere. Da Mondadori abbiamo ricevuto quelle proposte che aspettavamo da anni. Aspettavamo una proposta editoriale concreta per un progetto ampio. Loro si sono dimostrati molto seri fino ad adesso, e noi non abbiamo mai dato delusioni ai nostri lettori. Ai giovani autori dico sempre che gli editori sono come dei treni che viaggiano su dei loro binari, e senza di questi si rischia di deragliare. Avere un referente credibile e competente sulla parte creativa permette al progetto di arrivare a destinazione. Cercheremo di capire che cosa poter utilizzare di Ken Parker senza stravolgere il valore del personaggio.
Berardi: La nostra intenzione è di avere uno scambio di opinioni e di ascoltare le parole degli altri. Non vogliamo imporre le nostre idee. Oggi il mercato è diverso. Noi siamo sempre stati una via di mezzo tra il popolare e il fumetto d’autore, questa sarà l’occasione per trovare l’edizione definitiva di Ken Parker. Per noi non è solo un progetto editoriale, perché ritornare a lavorare insieme è stato per me emozionante, un ritorno a esperienze di 40 anni fa e un’amicizia che continua da 50 anni. È stimolante, una bella sfida che ci galvanizza.
A distanza di anni, la serie di Ken Parker risulta ancora innovativa. Qual è il segreto?
Berardi: La passione per i personaggi, che poi sono quelli che fanno le storie. Le storie vengono narrate dai tempi della Bibbia, dove troviamo il dramma, l’eroismo e tutto il resto. Il compito di un autore moderno è quello di usare le vecchie storie e filtrarle attraverso una personalità e una tecnica più moderne. Prendiamo per esempio la corsa di una diligenza con gli indiani: ciò che rende nuova la storia sono i personaggi sulla diligenza. È una scena vista mille volte, che non avremmo mai dovuto vedere perché per porre termine all’inseguimento sarebbe bastato sparare ai primi due cavalli! Una cosa che nessuno ha fatto, perché l’interesse è sempre stato sui personaggi nella diligenza, con le loro paure ed emozioni. Nelle storie di oggi c’è molta fuffa, tanta scenografia e assenza di personaggi, della storia e di quella tensione morale senza la quale non si ha niente.
(Sergio Brambilla)