Ottimo disegnatore disneyano, architetto professionista, autore della Guida di Paperopoli, pubblicata lo scorso anno su Topolino: abbiamo incontrato Blasco Pisapia a margine della mostra che Wow Spazio Fumetto ha dedicato a zio Paperone. Una mostra centrata anche sull’incredibile progetto del Politecnico di Milano per costruire “davvero” il deposito dello Zione, progetto cui abbiamo dedicato il nr. 22 di Sbam! Comics, la nostra rivista digitale, che potete scaricare liberamente da QUI e cui vi rimandiamo per ogni dettaglio.
Presentati ai nostri lettori: la tua attività, i tuoi esordi, i lavori cui tieni maggiormente
Ciao a tutti. Mi chiamo Blasco Pisapia e disegno i personaggi Disney da sempre, anche se lo faccio da professionista solo dal ’97, quando Massimo Marconi mi affidò la prima sceneggiatura da disegnare: un’occasione a lungo sognata. Di lì a poco misi da parte (quasi del tutto) il mestiere di architetto per quello di fumettista e illustratore, lasciando Napoli per Milano. Oltre a dedicarmi alle nuvolette Disney come autore completo, collaboro con varie case editrici ed agenzie di pubblicità. Ho anche lavorato alla progettazione esecutiva di attrazioni per parchi a tema e allestimenti museali. Tengo molto a ciascuna di queste esperienze, anche a quelle che, almeno apparentemente, non mi hanno portato da nessuna parte. Anzi, forse, soprattutto a quelle. Se però devo citare un lavoro cui tengo particolarmente, dico il graphic novel Il Pastore della Meraviglia, uscito per le Edizioni San Paolo nel 2011 e vincitore, l’anno successivo, del premio Fullcomics come miglior fumetto per ragazzi.
Approfondiamo il discorso a proposito del tuo lavoro relativo alla “planimetria paperopolese” dello scorso anno: come era nato il progetto? Come si è sviluppato?
Considero la Guida di Paperopoli la prosecuzione – e in qualche modo il completamento – di due diversi progetti editoriali che risalgono a più di dieci anni fa. Nel 2002 mi fu affidato il compito di realizzare per Topolino una serie di reportage dal titolo Tutti a casa di…, che permettevano ai lettori di curiosare all’interno delle dimore dei paperopolesi più illustri. In quell’occasione realizzai anche una pianta della città, poi non utilizzata. L’anno successivo, il Disney Publishing Worldwide compilò una guida per uso interno con lo scopo di riassumere e uniformare le caratteristiche salienti di personaggi e luoghi dei fumetti Disney, e mi fu chiesto di realizzare una cinquantina di disegni che ritraessero i landmark più importanti di Topolinia e Paperopoli, oltre alle cartine delle due città e dei rispettivi dintorni. Proprio rivedendo questi disegni, Valentina De Poli immaginò la possibilità di sviluppare i nove itinerari della Guida di Paperopoli apparsi su Topolino un anno fa. Al principio, avevamo pensato di organizzare questi materiali in forma di taccuino di viaggio, ma poi la scelta si è orientata verso una vera e propria Travel Guide. È stato entusiasmante, oltre che molto divertente, avere ancora una volta la possibilità di passeggiare per le strade di Duckburg/Paperopoli per conoscerne meglio i tanti volti, dando voce di volta in volta a un personaggio diverso per raccontare la ‘sua’ città.
Quasi automatico, quindi, pensare di coinvolgerti nella mostra del Wow con il progetto del Politecnico! Quale è stato il tuo ruolo?
In realtà, ho preso parte al progetto solo indirettamente, come compilatore della pianta di Paperopoli poi utilizzata dallo staff del Politecnico per realizzare il bellissimo plastico in 3D esposto nella mostra (su Sbam! 22 potete saperne molto di più, Ndr). Ero elettrizzato all’idea che alcuni docenti del Politecnico di Milano avessero deciso di ‘prendere sul serio’ Paperon de’ Paperoni, il papero più ricco del mondo, ed affrontare finalmente dal punto di vista tecnico i dilemmi e le sfide lanciate dalla statica del suo Money Bin, e non vedevo l’ora di poter vedere le loro analisi e proposte progettuali. Immagino la gioia e l’entusiasmo di me studente, se avessi avuto l’opportunità di collaborare a un simile progetto!
Come lo hai visto nella tua doppia veste di disegnatore disneyano e di architetto?
Il modello strutturale proposto riesce a scendere a patti in modo molto brillante con l’iconografia classica del Deposito. In più, le tavole hanno il grande merito di presentarsi alla fruizione dei visitatori di tutte le età in modo piano e accessibile, ma allo stesso tempo ricco e coinvolgente.
Su cosa sei impegnato attualmente (in Disney e/o altro)?
Sto lavorando ai disegni della mia prossima storia Disney/Panini che uscirà, presumo, verso la fine dell’anno. Sempre per Disney, sto studiando le ambientazioni per un nuovo progetto editoriale. E, nel frattempo, è in fase di ultimazione il design di un personaggio che ‘reciterà’ in una serie televisiva animata attualmente in produzione.
Oltre che disegnatore, sei anche sceneggiatore: preferisci lavorare come autore completo o in collaborazione con altri autori dei testi?
Sicuramente mi riesce più facile organizzare la narrazione visiva quando la storia è farina del mio sacco, poiché risolvo molti dei problemi di regia e di rappresentazione già in fase di scrittura e storyboard, e lo step del disegno definitivo diventa più lieve e più divertente. Ma ci sono comunque, ovviamente, parecchi autori che stimo molto e con i quali è bello – o sarebbe bello – lavorare a quattro mani.
Ma se dovessi indicare i personaggi Disney su cui preferisci lavorare?
Non ce n’è uno che preferisco agli altri. Come si dice a Napoli, ‘so tutti piezz’ ‘e core!
(Antonio Marangi)