sbam-topolino-metopolisTorniamo a parlare di Metopolis, la trasposizione topoliniana dello storico capolavoro cinematografico di Fritz Lang, Abbiamo rivolto direttamente al suo autore, Francesco Artibani, i quesiti che ci eravamo posti nella nostra recensione

Ciao Francesco, bentornato su Sbam. Come è nata l’idea di “parodiare” (anche se proprio parodia non è) una cosa impegnativa come Metropolis?
La sfida l’ha lanciata per primo Paolo Mottura una volta concluso il lavoro su Moby Dick (la parodia disneyana firmata dagli stessi Artibani e Mottura nel 2013, Ndr). Volevamo metterci alla prova con un’altra storia speciale e complessa e lui ha suggerito il capolavoro di Fritz Lang per potersi cimentare con quelle atmosfere e quelle architetture. Quello che è venuto fuori è un omaggio, una versione disneyana di un classico della cinematografia e non esattamente una parodia. La storia dimostra ancora una volta l’estrema duttilità dei personaggi Disney, degli attori straordinari capaci di reinterpretare qualsiasi storia.

La difficoltà più grossa che hai affrontato?
Sicuramente riadattare alcune tematiche, alleggerendo gli elementi più pesanti a favore dell’azione e dell’avventura – ma questa è anche la parte più divertente di questo genere di storie.

sbamcomics_31_coverUn tuo parere sulla conclusione della nostra recensione, riguardo il fatto che una storia di questo genere rende davvero “adulta” la rivista topoliniana e i motivi di questa “adultizzazione”…
Il settimanale si rivolge da sempre a un pubblico molto ampio composto non soltanto dai bambini e giovani e una storia come Metopolis può arrivare tranquillamente a ogni genere di lettore di Topolino, dal più piccolo al più adulto.
Inoltre le giovani generazioni sono estremamente più attente e preparate verso i racconti complessi e secondo me non c’è il rischio di non essere capiti. Nella storia ognuno troverà qualcosa, in base alla propria esperienza e sensibilità; chi conosce il film di Lang potrà certamente apprezzare alcuni elementi in più, ma in ogni caso questa rimane una storia per tutti. Non credo dunque che si possa parlare di una vera “adultizzazione” del giornale; Topolino resta un settimanale per l’intera famiglia e, semplicemente, propone un menù sempre vario – tra fumetti e redazionali – rivolto al pubblico attuale. E se il pubblico di oggi è fatto di grandi consumatori di fiction tv, cinema e videogiochi, allora la narrazione deve adeguarsi.
I risultati di storie come quelle di Enna & Celoni, le saghe avventurose di Casty o Pikappa dimostrano che si possono raccontare avventure vere, senza banalizzazioni o infantilismi (anche perché, guardando ai classici del passato, è esattamente questo quello che facevano).

Per approfondire ulteriormente il tema, vi rimandiamo al nr. 31 della nostra rivista digitale, scaricabile liberamente da QUESTO LINK.

(Antonio Marangi)

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