«Non sono nessuno per giudicare. So solamente che ho un’antipatia innata per i censori, i probiviri, ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più».
Ormai la notizia ha fatto il giro del web: il Codacons ha segnalato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, all’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni e alla Procura della Repubblica di Roma… Corto Maltese!
All’inizio sembrava la solita boutade dei siti che vivono di click-bait, ma poi, navigando in Rete, si è scoperto essere tutto vero: come si legge dal comunicato presente sul sito dello stesso Codacons, Corto Maltese (ci si riferisce ad Equatoria, la storia apparsa a puntate su La Repubblica) sarebbe portatore di «un messaggio scorretto, ineducativo, fuorviante e pericolosissimo, soprattutto per i giovani lettori, per il continuo e ripetuto lasciarsi andare, da parte del personaggio del popolare fumetto, al vizio del fumo».
Tralasciando le questioni strettamente connesso al puro Diritto (non è questa la sede), ci preme far notare come, forse, si stia andando un po’ troppo in là con le valutazioni, trascendendo la realtà.
Facciamo un riepilogo.
Siamo in presenza di un fumetto – Corto Maltese, appunto – unanimemente ritenuto uno dei capisaldi della Nona Arte italiana, creato da uno dei più grandi fumettisti del mondo (non di Zibello – non ce ne vogliano gli amici zibellini!) e tradotto in un numero imprecisato di Paesi.
Un fumetto che ha mostrato, nel tempo, una profondità di contenuti e di temi ineguagliata. Un personaggio fattosi da sempre portatore di messaggi positivi, e con una filosofia di vita totalmente antitetica rispetto agli altri eroi “solitari” (specialmente d’oltreoceano), spesso volutamente hard-boiled nei toni e nei contenuti. Insomma, un patrimonio della nostra arte, che andrebbe difeso a spron battuto. Punto e basta.
Invece adesso, a distanza di 50 anni dal suo esordio, qualcuno ci viene a dire che Corto propugna messaggi negativi perché viene rappresentato mentre fuma! Secondo infatti il Codacons, «l’associazione eroe-sigaretta rappresenta […] un rischio immediato, una “sorta di istigazione a fumare” tacita ma non per questo meno pericolosa».
Vediamo di trasbordare questa (attualissima, se fossimo nel 1955) dicotomia “eroe-messaggio” ad altri nostri miti… Chessò, Diabolik: un fumetto che in pratica ti dice che fai prima a rubare ai ricchi piuttosto che a metterti a lavorare… Ohibò, che orrore.
Oppure Tex, che non si limita a fumare, ma sorseggia pure whisky dopo una cavalcata nel deserto? Bricconcello, con una limonata ti dissetavi di più e in modo più sano!
E che dire di Paperino e Ciccio?! Due scansafatiche, che insegnano agli ingenui bambini dell’italico suolo che, sia che ti spacchi la schiena sia che non fai assolutamente nulla, hai comunque un piatto pronto e una casa.
Insomma, tornando seri per un momento, gli esempi sarebbero infiniti. E stiamo parlando di miti del Fumetto italiano e internazionale, che hanno fatto sognare milioni di persone. Vuoi proprio che tutti questi signori, crescendo, siano oggi dei debosciati perdigiorno e fumatori e/o bevitori incalliti?
O vuoi che, magari, questo numero imprecisato di lettori sia grato a questi personaggi per i sogni, i viaggi immaginari, le avventure, le emozioni, lo svago, o – perché no? – una qualche lezione di vita?
Torniamo allora alla mia considerazione iniziale: stiamo decisamente trascendendo.
Dimenticando i problemi seri delle nuove generazioni (ragazzini di 12 anni che magari non conoscono Corto ma hanno accesso a siti web ben meno educativi) per concentrarsi su fenomeni decisamente trascurabili, visto che – come tutti sanno, a parte il Codacons… – le nuova generazioni, purtroppo, leggono pochissimo.
Ma forse è meglio così: metti che incappano ne Il Mastino dei Barkerville, con quel brutto ceffo di Sherlock Holmes rappresentato perennemente con la pipa in bocca…
(Roberto Orzetti)
P.S. Il sottoscritto non fuma e non ama nemmeno troppo Corto Maltese… però, alla sera, una buona birra e un bel Tex (come da immagine), sono la morte sua! Prosit!