Nell’ultimo numero di Sbam! Comicsla nostra rivista digitale scaricabile liberamente da QUI – abbiamo trattato di fumetti che si concentrano su temi “difficili”: per una volta, abbiamo tralasciato le ampie praterie, gli spazi siderali, le dimensioni oniriche e le realtà parallele di tanti (grandiosi) fumetti, per scendere nella realtà quotidiana, nella vita familiare, tra le mura domestiche dove tutti noi viviamo. Abbiamo parlato invece di genitori, nonni, figli, nipoti, equilibri, malattie, disagi sociali e gioia di vivere, rivisitati tra le Nuvole Parlanti.

È in quest’ambito che abbiamo intervistato Tonio Vinci, già ospite delle pagine di Sbam! con una sua striscia umoristica e ora creatore di Nonni, novità targata Tunuè dedicata alla terza età. opera caratterizzata dal suo stile grottesco, così particolare da non ricordarci precedenti di sorta. Tale da risultare perfino difficile da abbinare a qualsivoglia sceneggiatura.
Ce lo ha raccontato lui stesso, durante una lunga e interessante telefonata, per scoprire i retroscena di Nonni. Vi anticipiamo qui la prima parte dell’intervista, ma vi rimandiamo senz’altro a Sbam! nr. 38 per la versione completa e per molti altri approfondimenti su questo tema.

Domanda iniziale ovvia: come è nato questo lavoro? Tu non sei così anziano…
In effetti ho 40 anni, quindi non sono più giovanissimo ma non ho certo l’età di Sandro, il protagonista della storia. La genesi di Nonni è dovuta al mio stile di disegno: dopo la Scuola Internazionale di Comics, in tanti mi avevano detto – da Igort a Paolo Bacilieri – che un disegno come il mio “funziona” ed è immediatamente riconoscibile, ma che non si presta facilmente a qualsiasi tipo di fumetto. Quindi mi serviva una storia che fosse adatta proprio al mio tratto così “strano”.
È cominciata dunque una ricerca lunga e complessa. Fino ad una sera, quando in un programma televisivo ho visto un servizio che parlava del sesso tra anziani, un tema cui non avevo nemmeno mai pensato. Ma anche il tema che cercavo! Una storia così, con protagonisti solo anziani, con scene di sesso tra loro (anche se in tutto il libro ne ho messe solo due), sarebbe infatti difficile da raffigurare realisticamente.

Ma da dove viene questa tua peculiarità grafica?
Come tutti, ho anch’io dei maestri di riferimento, da Magnus a Muñoz. Magari oggi non si vedono più nel mio lavoro, ma è con loro che mi sono formato. 

Quali sono state le fonti per scrivere Nonni? Hai intervistato persone anziane?
Non ho fatto vere e proprie interviste, ma dopo quella trasmissione tv ho parlato con delle colleghe di lavoro sui sessant’anni che mi hanno confermato molte cose. Ho anche visitato alcuni di questi centri per anziani, come quello dove ho ambientato la storia di Sandro, conosciuto gente di età avanzata di cui ho sentito le storie. Fonti reali, che ho utilizzato per “confermare” la mia storia, che comunque rimane di pura fantasia. Ho anche immaginato me stesso nella stessa situazione, ho cercato di immedesimarmi in Sandro, cosa farei io tra trent’anni nella sua situazione…

Il finale è illuminante, quando Sandro incontra la giovane commessa dell’agenzia di viaggi.
Sì, mi serviva il confronto tra la giovane e l’anziano,  tra il mio teorico lettore e il protagonista della storia.

Nonni ha qualche punto in comune anche con Rughe, di Paco Roca?
È una grande opera cui non potevo non ispirarmi e che infatti cito nel mio fumetto: ad un certo punto ho messo Sandro seduto al tavolino di un bar che legge proprio Rughe. Però quando si parla di anziani si parla sempre di malattia, di morte, di solitudine. Io invece ho cercato di mettere in luce un aspetto che non si tratta mai.

Segue su Sbam! nr. 38.

(Antonio Marangi)