Un tomo molto pesante, voluminoso, perfino ingombrante. Un cartonatone nero che non si può certo leggere a letto. Quando poi lo apri, però, la sorpresa è totale. Ci sono i Ronfi, certo. Impensabile un libro di Adriano Carnevali senza Ronfi.
Anzi, in questo caso Adriano Carnevali è lui stesso un Ronfo! Come tale, si presenta agli altri Ronfi, incontrandone due, padre e figlio. Il figlio chiede lumi al padre e il padre gli presenta Ronfo-Adriano come il loro creatore. Un meta-fumetto eccellente, così, tanto per cominciare bene.
I tre Ronfi partono da qui per un lungo viaggio, sulle orme di un altro viaggio, ben più antico di questo, ma che come quello inizia in una selva oscura…

Ed è così che l’autore squaderna alle sue creature (e a noi lettori con loro) la sua intera carriera, cominciata al Liceo Carducci di Milano e approdata a fumetti, illustrazioni, enigmistica, forme artistiche diverse, non ultime – e qui, credetemi, sono andato in sollucchero – la poesia. Sì, perché ogni capitolo è collegato agli altri da sonetti in rima, in perfetto stile medievale.

Girando le pagine, il lettore si imbatte così in immagini spettacolari a tutta pagina, dagli stili più diversi, a colori e in bianco nero, umoristici, “seri” e addirittura metafisici. Alcune di esse non hanno nulla da invidiare al miglior Moebius (prima di spalancare gli occhi, please, dateci un’occhiata). Subito dopo il volume propone alcuni vecchi fumetti di Carnevali degli anni che furono (come la saga della Contea di Colbrino), andando così ad accrescere ulteriormente la variabilità di stili e situazioni.
A condire il tutto, anche numerose citazioni di altri autori e dei loro personaggi. Insomma: di tutto e di più, in un caleidoscopio fumettoso che non lascia certo indifferenti.

Tutto questo in Autobiographic Novel, edita da Editrice Fiesta, ma di fatto una vera e propria autoproduzione dell’artista, tirata in poche pregiatissime copie. Così, a lettura ultimata, tornare ad incontrare il grande Adriano Carnevali, tra l’altro Sbam-amico fin dai nostri esordi, è diventato un piacevole obbligo.
Il risultto è l’intervista che trovate sul nr. 39 di Sbam! Comicsla nostra rivista digitale che potete scaricare liberamente da QUI – insieme a molte tavole tratte dal libro per gentile concessione dell’autore e che vi daranno l’esatta idea di quello che stiamo dicendo.

Come antipasto, eccovi le prime due domande (ma poi correte a scaricare la rivista!).

Carissimo Adriano, bentornato su Sbam!. Domanda di partenza obbligata: Autobiographic Novel, perché?
Esattamente non lo so nemmeno io. Ero partito con un’idea semplice, da sviluppare in poche pagine, poi non sono riuscito a fermarmi: in un certo senso è un progetto nato da sé.

Quindi è un’opera “di getto”. O hai pensato in modo particolare alla struttura?
Come dicevo, la struttura si è venuta via via sviluppando e mi ha coinvolto sempre più. L’idea iniziale cui accennavo era quella di immergermi anche “fisicamente” nel piccolo mondo di china dei miei fumetti, trasformandomi in un Ronfo e dialogando con i miei stralunati personaggi per cercare un qualche conforto, o una via di fuga dal mondo reale. Poi, come Umberto Eco insegna, nei boschi narrativi si apre un’infinità di sentieri in cui si rischia di perdersi (naturalmente il luogo dello smarrimento è commisurato alla levatura dell’autore: se Dante Alighieri aveva bisogno di una immensa selva oscura, a uno piccolissimo come me è più che sufficiente il boschetto dei Ronfi). Di sicuro non è stata un’opera di getto: ci ho lavorato per più di due anni e a un certo punto mi ero pentito di averla iniziata, temendo che non sarei mai riuscito a terminarla. Invece ce l’ho fatta, sia pure rinunciando a sviluppare tanti altri spunti che avevo in mente. Ho proceduto per blocchi, riordinandoli (almeno spero) successivamente.

(Antonio Marangi)