«Trasmettiamo ora un nuovo episodio della serie Quel rissoso, irascibile, carissimo Braccio di Ferro».
Ecco l’annuncio che mandava in visibilio i bambini degli anni Settanta, seduti davati alla tv e pronti a divertirsi con quello strano marinaio che diventava fortissimo mangiando gli spinaci. Ogni volta il cattivo Bluto (o Bruto, o Brutus) ne insidiava la fidanzata, quella lungagnona priva di qualsivoglia forma di Olivia, ogni volta tentava di intrappolarlo, ma ogni volta finiva inevitabilmente in orbita o spiaccicato sul selciato dagli sganassoni alla dinamite di Popeye.

Un successo incredibile, anche se – in fondo – la trama di ogni episodio era tutta qui, con ben poche variazioni sul tema, per di più in cartoni animati in bianco e nero che denunciavano tutta la loro età (era materiale di 30-40 anni prima) e che non erano neppure ridoppiati in italiano e trasmessi nello slang americano originale, del tutto incomprensibile per i giovani spettatori.
Non importava nulla: Popeye – anzi, Braccio di Ferro, come era stato ribattezzato in Italia fin dagli anni Trenta, quando comparve per la prima volta anche al di qua dell’Atlantico – piaceva, e piaceva molto.

Pensare che era nato quasi per caso. Il suo creatore, Elzie Crisler Segar, che si firmava con l’immagine di un sigaro, lavorava già da un decennio a una striscia a fumetti umoristica, The Thimble Theatre, voluta dall’editore William Randolph Hearst per la King Future Syndicate.
Si trattava di una strip ambientata nella provincia americana d’inizio Novecento, strutturata proprio come una scena teatrale (da qui il nome), su cui si alternavano vari personaggi entrando e uscendo di scena, come da una quinta invisibile laterale alle vignette.

Tra questi personaggi, nel 1929 arrivò lui, Popeye, un marinaio decisamente brutto a vedersi, con un occhio guercio (pop-eye, appunto), braccia e gambe deformi, la pipa perennemente in bocca e un pessimo carattere. Anzi: era davvero un insopportabile buzzurro, del tutto incapace di articolare una frase lineare e di relazionarsi con gli altri! Sia come sia, il marinaio era pensato solo per una rapida comparsata sul palcoscenico del “teatro”. Invece, finì col togliere rapidamente dalla scena buona parte dei precedenti personaggi, a cominciare addirittura dal protagonista, Castor Oyl, e dallo spilungone Ham Gravy, fidanzato con Olivia. La quale Olivia, almeno lei, si “salvò” dalla rivoluzione imposta dal nuovo arrivato, diventandone la fidanzata…

Sul nuovo numero di Sbam! Comicsla nostra rivista digitale digitale scaricabile del tutto liberamente da QUI – ripercorriamo la storia editoriale di una delle colonne della storia del Fumetto umoristico mondiale, in occasione dei suoi primi 90 anni. Lunga vita a Popeye!

(Antonio Marangi)