L’abbiamo visto un po’ così, il nostro sempiterno, amatissimo Re del Terrore.
Come l’ultimo dei Mohicani.
Guardate la foto di apertura: li vedete i celeberrimi occhiacci di Diabolik, lì, dietro la folla, in quello spazio sovrastato dalle strutture della fiera e dagli stand circostanti, più alti e massicci? C’è pure la scritta exit proprio sopra, alla quale potremmo dare (anzi, glielo daremo sicuramente) un valore altamente simbolico… Ma andiamo con ordine.
Siamo reduci dalla visita all’edizione 2021 di Cartoomics, la principale kermesse fumettosa di Milano, da decenni su piazza e quest’anno spostata a fine anno (normalmente era evento marzolino), in abbinata con il Games Week, manifestazione invece rivolta al Gaming e che tanto piace ai giovin virgulti dei tempi attuali.
Già all’ingresso e a un primo rapido giro, il colpo d’occhio rivela un padiglione 12 chiaramente “padiglione del Gaming”, quello del Games Week appunto, e accanto il padiglione 8, si presumerebbe conseguentemente quello di Cartoomics, ma che di fumettoso ha invece davvero poco.
La netta maggioranza degli stand sono infatti di gadget, magliette, armi, attrezzature per cosplayer e oggettistica assortita, oltre a venditori di caramelle, panini e leccornie varie. Tacendo degli spazi vuoti, perché ci sono anche quelli.
Non che i fumetti siano assenti, per carità, ma risultano rappresentati per lo più da stand di distributori e fumetterie, mentre sono pochissimi gli editori (e quindi gli autori ospiti). A fare la parte del leone – anzi, di buona parte della fauna selvatica totale – sono ovviamente i manga.
Perfino nell’Artist Alley, da sempre l’anima delle fiere di fumetti, più che disegnatori e gruppi di autoproduzione, sono molto presenti giochi da tavolo, spade e affini, tutto bellissimo, ma non propriamente fumettoso.
Questo lo stato delle cose.
Intendiamoci bene: l’intento di questo commento non vuole essere quello del vecchio nostalgico che ricorda i bei tempi andati, quando le fiere di fumetti erano davvero fiere di fumetti e le discussioni e gli incontri vertevano su novità editoriali, tecniche di disegno, nuovi autori, grandi maestri (anche se, va detto, non dobbiamo risalire al Mesozoico: nell’edizione del marzo 2019, l’ultima del Cartoomics “tradizionale” prima della pandemia, c’era ancora molto del “vecchio” mondo). È un commento che propone solo la constatazione di una evoluzione che era evidentemente già in atto e che il Covid ha forse accelerato, portandoci alla domanda: per il mondo tradizionale del Fumetto hanno ancor senso queste mega-manifestazioni?
Domanda che resta al netto delle evidenti “colpe” imputabili all’organizzazione di Cartoomics: piazzare una manifestazione storicamente importante a pochi giorni da Lucca, abbinarla ad un altro evento che ha un’altra storia e un’altra tradizione, mescolando così due pubblici diversissimi per età, interessi e passioni, e applicare al tutto costi per l’affitto degli stand decisamente fuori scala per molte realtà (noi stessi di Sbam! non siamo a Cartoomics anche per questo), non è esattamente strategico dal punto di vista degli editori di fumetti, cioè di coloro che i fumetti producono e portano al pubblico.
È del tutto ovvio che un ente come quello della Fiera di Milano ha altri scopi, meno romantici seppur del tutto legittimi: riempire i padiglioni di pubblico e incassare il più possibile da un evento che richiede moltissimo spazio, lavoro, impegno, personale e dunque ingenti spese. Uno scopo difficile da raggiungere con il solo pubblico dei fumetti, ci piaccia o no. E come per Milano, lo stesso discorso vale per tutte le altre iniziative analoghe.
Allora siamo noi fumettomani a dover rivedere il nostro mondo: per noi sono oggi chiaramente più adatte manifestazioni più raccolte, più specifiche, meno fracassone, ma più appassionate.
Non mancano già casi del genere, pensiamo a Lucca Collezionando, in qualche modo un “distacco” dalla Lucca di oggi, o alla Mostra Mercato dell’Anafi (cui auguriamo un rapido ritorno in scena) o all’Arf! di Roma…
Possiamo concentrarci su questi, crearne di nuovi (nel nostro piccolo, l’idea alla base di Fumetti a Cologno che abbiamo proposto lo scorso giugno e che tornerà l’anno prossimo è proprio quella) e studiare nuove soluzioni.
Se poi Cartoomics & C. ci vorranno ancora con loro – editori, autori e appassionati di Nona Arte – speriamo tengano conto anche delle nostre esigenze. Altrimenti, buona fortuna a tutti.
Per ora, non possiamo fare altro che ammirare il coraggioso stand di Astorina, impavido, proprio lì sull’uscio del padiglione, ultimo baluardo della Cartoomics che fu, con gli occhiacci di Diabolik che ti scrutano mentre ammiri le locandine del film (che finalmente potremo vedere dopo tante peripezie), mentre incontri l’indomito Mario Gomboli e mentre visiti la spettacolare mostra dedicata ai 60 anni del Re del Terrore, con la lunga teoria di tutte le cover dell’albo diaboliko, dal primo al 900° (!), qui in anteprima in attesa dell’uscita in edicola a febbraio (complimenti allo stesso Gomboli e ad Enrico Ercole per l’idea).
Per il futuro, ci stiamo attrezzando.
Antonio Marangi
