Presentata alla stampa il 5 giugno 2024 e aperta al pubblico dal 6, ecco l’eccellente mostra Jacovitttti come non l’avete mai visto, al PAFF! di Pordenone, dove sarà visitabile fino al prossimo 13 ottobre.
Una mostra consigliatissima – di seguito la presentazione – così come consigliatissimo è il giro al bookshop del Museo, dove troverete a far bella mostra di sè il nostro Jak Mandolino! Non mancate!
Jacovitttti come non l’avete mai visto
Dal 6 giugno al 13 ottobre 2024 – PAFF! International Museum of Comic Art, Villa di Parco Galvani, via Dante 33, Pordenone – Orari: mar-ven 16.00-21.00, sab-dom 10.00-13.00/16.00-21.00
Benito Jacovitti è il protagonista della nuova, grande mostra al PAFF! di Pordenone.
Jacovitttti come non lo avete mai visto! (con 4 t!) è il titolo scelto per questa straordinaria esposizione, che trae origine dal racconto di Luca Raffaelli nell’intervista a Jacovitti inserita nel catalogo della mostra.
Racconta Raffaelli: «L’appartamento di Jacovitti, al quartiere Aurelio a Roma, è del tutto normale. Niente salami sul pavimento o lische di pesce come soprammobili. E neanche vermi o ragnatele. Nel suo studio, piuttosto, c’è un’interessante collezione di armi antiche, accanto a una serie di dipinti. Sulla sua scrivania una tavola appena abbozzata di dimensioni enormi (“se faccio i disegni più piccoli ci impiego un’eternità”), e sulla parete accanto un grosso cartello metallico con su scritto “Vietato cosare”. Più sopra un altro cartello con inciso Jacovitti con otto ‘t’».
Da quella targa deriva, appunto, il titolo della mostra al PAFF!, inaugurata giovedì 6 giugno e visitabile fino al 13 ottobre, a cura di Valerio Bindi e Luca Raffaelli, in un percorso che studia le caratteristiche dello stile, le particolarità della costruzione linguistica e della pagina che contraddistinguono Benito Jacovitti.
Oggi, trascorsi cento anni dalla sua nascita, possiamo ripercorrere la sua opera con uno sguardo nuovo e vedere il suo lavoro come se fosse la prima volta. A partire dal metodo: realizzava i suoi fumetti senza scrivere tracce di sceneggiatura e senza farsi aiutare dalla matita, disegnava direttamente a china, inventando a ruota libera le sue fantastiche storie surreali.
Nella mostra vedremo i celebri riempitivi di Jac: salami, vermi, farfalle, dadi e tutti gli oggetti che Jacovitti disegnava per riempire gli spazi vuoti e riprendere fiato prima di raccontare la sua storia. Capiremo come faceva a muovere in una vignetta i personaggi attraverso linee dinamiche e come suonava il suo mondo attraverso le onomatopee, quei suoni scritti che nei fumetti italiani sono di solito ripresi dagli inglesismi e che in Jacovitti diventano pùgno, schiàffo, patapùnfete degne di un grande artista rumorista. Anche le parole vengono continuamente reinventate con giochi e scioglilingua dadaisti come lascia l’ascia e accetta l’accetta, o anche poesie non-sense: «Quando Jacovitti sverga le ciripicchie, tutte le biscagliette vengono in gnoffa a far zunzù».
I corpi in questo mondo di fumetti sono sempre in bilico tra reale e grottesco, continuamente tagliati, spezzettati, segati, in un equilibrio instabile ma sempre ritrovato. Quasi a mostrare che il reale confina con tutto il suo mondo surreale, Jac inserisce a volte nelle sue vignette alcuni elementi di realismo che mostrano una montagna o un galeone disegnato con ombreggiature e dettagli, un diverso stile ma perfettamente integrato nel resto del suo mondo.
Alle volte non basta la superficie del foglio e allora Jacovitti spezza il patto narrativo stretto con il lettore e i suoi personaggi si rivolgono direttamente al loro autore o al pubblico per cambiare le sorti della vicenda che stanno vivendo. È un muro immaginario che separa gli attori dal pubblico che in gergo teatrale si chiama la “quarta parete”, e Jac lo rompe appena possibile anche con brevissimi interventi. Tutte queste caratteristiche si possono osservare nel percorso storico che corre parallelamente all’analisi stilistica: lo stesso visitatore può cercare e ritrovare questi caratteri nelle sezioni dedicate alle panoramiche, nelle tavole piene di dettagli da far “aguzzare la vista” o leggendo una storia di Cocco Bill nella sua interezza dove le tecniche vengono dispiegate. A questo personaggio la mostra dedica un omaggio tridimensionale come vorremmo vederlo in una piazza del nostro paese e un saluto nella sua versione odierna a firma Luca Salvagno.
La mostra presenta anche un inedito assoluto: Black Jac, una delle ultime panoramiche realizzate due anni prima della sua scomparsa.
L’ambizione di narrare in modo nuovo un grande autore, molto conosciuto e studiato, si riflette nel catalogo della mostra. Jacovitti ha saputo mostrare l’altra faccia della realtà a molte generazioni: attraverso la risata e il segno morbido si è fatto strada ed è stato assorbito come se tutto questo fosse il risultato quasi soltanto di uno straordinario intuito o di una abilità da commediante. Nel libro che accompagna la mostra si scopre invece quale sia il percorso di dedizione e studio, di elaborazione e metodo, la ricerca di una vita con caratteristiche sue proprie inedite e tecniche ricorsive, ogni volta varianti e rielaborate. Un esperimento continuo le cui caratteristiche possono essere lette comprese e apprezzate nella complessità che genera soluzioni semplici. Lo studio di questo Jacovitti mai visto prima è l’obiettivo del libro che il PAFF! presenta in anteprima e che raccoglie saggi, immagini originali e le graficizzazioni che i curatori hanno studiato per un’indagine critica che per la prima volta evidenzia come sono interconnessi i molti livelli tra i segni di questo gigante del fumetto italiano.
Oltre al catalogo, il PAFF pubblica anche un inserto speciale in stile Vittorioso, il celebre giornale con cui Jacovitti collaborò a lungo: si tratta della pubblicazione di Ciak!, una storia dimenticata e restaurata per l’occasione con un saggio di studio di un maestro della critica fumettistica: Gianni Brunoro. Mostra e catalogo saranno ulteriormente arricchiti da un carattere tipografico originale, elaborato appositamente per questa occasione, e derivante dalla maestria grafica di Jacovitti, che sarà messo a disposizione dal PAFF! per i suoi visitatori per diffondere anche questa peculiarità artistica.