Attenzione cine-fan, questo non è un maxi spoiler! Potete leggere l’articolo senza rovinarvi il gusto di andarvi a vedere al cinema il prossimo episodio di Amazing Spider-Man. Questa storia nasce dallo Spidey di carta, ed è il racconto della – breve – vita fumettistica di uno di quei rari personaggi che rappresentano l’eccezione alla regola aurea dei fumetti americani, quella secondo cui il viaggio verso le celesti praterie non è mai di sola andata.
C’è infatti una categoria di morti illustri nel mondo dei comics (tra più famosi, senza dubbio, Ben Parker, i coniugi Wayne e Battlin” Jack Murdock), che sfuggono alla regola scritta sopra e non sono mai ritornati dall’aldilà. Si tratta però più che altro di personaggi “simbolo”, necessari affinché l’eroe in un certo momento scelga di divenire tale. Mai, fino al giugno del 1973, si era arrivati al punto di eliminare definitivamente un personaggio centrale per la continuity di un eroe e così amato dai lettori. E questo personaggio era la bellissima, biondissima e corteggiatissima Gwendolyne Stacy, primo grandissimo amore di Peter Parker, il nostro amichevole Uomo Ragno di quartiere.
La dolce Gwen fa la sua prima comparsa su Amazing Spider-Man 31 (edizione italiana più recente su Spider-Man Collection 8, Panini Comics, Maggio 2005). Peter la conosce nei primi giorni di università, con ancora lo status di secchione addosso, ma riesce ugualmente – non si sa bene come, ma nei fumetti accade anche questo! – a far breccia nel cuore della bionda, che dimostra fin da subito di essere di ben altra pasta rispetto alle sue coetanee. Sveglia, curiosa, del tutto disinteressata ai muscoli del buon Flash Thompson, miss Stacy riesce pian piano ad entrare nel cuore di Peter e a diventare così la sua anima gemella. Insieme crescono e affrontano ogni avversità che la vita pone loro davanti: una su tutte, la tragica morte del padre di Gwen, il capitano George Stacy, travolto dalle macerie scagliate da un tetto sul quale avveniva una lotta all’ultimo sangue tra Spidey ed il Dottor Octopus. E qui la coppia conosce il momento di maggior crisi, con la bella Gwen in fuga verso Londra per dimenticare il lutto e Peter combattuto tra l’odio verso il suo alter-ego (che Gwen ritiene essere l’assassino del padre) ed il giuramento di fedeltà al credo dello Zio Ben. Superato questo difficile momento, la coppia si ricompone più forte di prima… ma il destino è dietro l’angolo, ed si presente in una veste sinistra e verde… quella di Goblin!

La notte in cui morì Gwen Stacy (tratta dall’originale Amazing Spider-Man 121, in Italia l’edizione più recente è apparsa su Spider-Man Collection 41, Panini Comics, Ottobre 2009), storia che viene accreditata formalmente al solo Gerry Conway (anche se in realtà il soggetto è anche del trio Lee/Thomas/Romita Sr.), con le matite di Gil Kane (inks di John Romita Sr. e Tony Mortellaro), inizia col botto: Harry Osborn, migliore amico e coinquilino di Peter, ha appena fatto il pieno di LSD ed è in preda alle convulsioni. Al suo capezzale ci sono Gwen, la sua semi-fidanzata di allora Mary Jane Watson ed il padre Norman… quest’ultimo visibilmente sotto stress. Peter non appare subito (è a Montreal a fare foto ad Hulk), ed arriva giusto in tempo per farsi aggredire verbalmente da Osborn Sr., che lo accusa di essere il colpevole delle condizioni del figlio e lo caccia in malo modo insieme alle due fanciulle.
La tensione è alle stelle. Norman Osborn è sull’orlo del collasso, e (come già accaduto in passato) questo tracollo emotivo fa riaffiorare, in pochi attimi, la sua doppia personalità… Goblin è di nuovo pronto a colpire. E stavolta è più cattivo che mai, pronto a lanciarsi a tutta forza contro la sua nemesi, colpevole delle disgrazie della famiglia Osborn in entrambe le sue versioni.

La sfida al suo avversario la lancia nel modo più vigliacco: rapisce la bionda Gwen (ricordiamo che il padre di Harry è l’unica persona a conoscenza dell’identità del nostro) e da appuntamento all’Uomo Ragno sul ponte di Brooklyn (i balloons dicono che sia il ponte Washinghton, ma Gil Kane pare non essere d’accordo!) per la sfida finale. Qui Spidey si presenta schiumante di rabbia, ed intenzionato a dare ad Osborn la lezione definitiva, dopo aver portato la fidanzata al sicuro: lei è stordita (probabilmente sotto shock), il compito si presenta semplice. Ma non ha fatto i conti con la follia di Osborn e la sua sete di vendetta. Il tutto accade in un attimo: il folletto verde si lancia con l’aliante verso la ragazza, e la scaraventa giù dal ponte.
L’Uomo Ragno non si perde d’animo, e lancia la sua ragnatela verso di lei, per un ultimo, disperato tentativo: e la prende! Ma i lettori sanno già cos’è successo. I lettori hanno letto quello “snap!” quando la ragnatela raggiunge la ragazza, e il verdetto è dolorosamente chiaro: il contraccolpo ha spezzato l’osso del collo a Gwen. Ma Peter non lo sa, lui è convinto che sia ancora svenuta… la abbraccia, tenta di risvegliarla, ma ben presto capisce l’amara verità: Gwen non c’è più.

Il numero successivo di Amazing Spider-Man (122) dal titolo L’ultimo round di Goblin (sempre su Spider-Man Collection 41 della Panini Comics) si apre con la scena che nessun lettore dell’epoca avrebbe mai voluto vedere: l’Uomo Ragno che tiene tra le braccia il cadavere di Gwen e giura vendetta verso Osborn, e stavolta la sfida sarà quella finale (la vignetta è tratta dal mitico Uomo Ragno ed. Corno nr. 134).
Dopo una commovente splash-page in cui Conway e Kane ripercorrono la tormentata e bellissima storia d’amore dei due ragazzi, l’azione torna a fare da padrona. Ed è frenetica, intensa, come lo è la caccia di Peter. Non c’è più nulla che si deve frapporre tra lui e la vendetta, non c’è più possibilità di perdono… Gwen è morta, e Goblin la deve pagare.
La saga raggiunge il suo culmine all’interno di un magazzino abbandonato, di proprietà di Osborn. Qui lo vediamo più vaneggiante che mai, intento a prepararsi per un appuntamento (con chi? mistero mai svelato) al quale non arriverà.
L’Uomo Ragno fa irruzione nel fabbricato con tutta la furia che può avere un ragazzo di vent’anni al quale un pazzo ha sottratto l’amore della vita, combatte Osborn e lo stende senza stavolta alcuna difficoltà: per la prima volta il nostro eroe non ha paura di usare tutta la sua forza.
Ma si ferma. L’insegnamento di zio Ben è troppo importante, lui non può usare il suo potere per diventare un assassino: Goblin va assicurato alla giustizia.
Il destino però ha altro in serbo per il folletto verde: in un ultimo disperato tentativo, Osborn lancia il suo aliante telecomandato contro Spidey, che se ne avvede all’ultimo e si abbassa. L’aliante così colpisce Goblin a morte, inchiodandolo al muro. Stavolta è veramente finita.
L’Uomo Ragno ha battuto il suo avversario ma, stavolta più che mai, è uscito sconfitto dalla battaglia.
In realtà, anche se si scoprirà qualche mese più avanti, quel giorno Peter ha perso anche un’altra persona a lui cara… ma questa è un’altra storia.

Con questo racconto si dice che il mondo del fumetto sia uscito dall’età dell’adolescenza per entrare in quella adulta. L’assassinio di Gwen Stacy fu uno shock incredibile per i lettori, abituati a vedere Peter sì perdere, ma mai fino a quel punto: il colpevole fu individuato in Gerry Conway, che ricevette valanghe di proteste per l’assassinio, ma in realtà pare che lo stesso fosse un mero killer al soldo dei due mandanti Stan Lee e Romita Sr. Poco importa ormai. Gwen non c’è più, e a noi lettori manca ancora tantissimo. Gerry, Stan, John, a quarant’anni esatti dal fattaccio ve lo dico ancora: l’avete fatta veramente grossa.

(Roberto Orzetti)